I sistemi di riscaldamento per la casa sono ormai numerosi e talvolta così diversi fra loro che fare la giusta scelta spesso diventa difficile. Ognuno ha i suoi vantaggi ma anche i suoi svantaggi e ogni casa è un caso a sè. Non è un semplice gioco di parole, bensì una realtà assodata. Le esigenze sono così diversificate che sarebbe impossibile stabilire dei criteri univoci.
In questo articolo proviamo a capire quale scelta fare a monte, in fase di ristrutturazione della casa, oppure addirittura in fase di costruzione; oppure ancora nel momento in cui la casa deve cambiare abitanti o destinazione d’uso (magari si trasforma in un semplice pied-à-terre oppure è una casa che abbiamo affittato). Dunque vediamo innanzitutto quale alimentazione dovrà avere l’impianto di riscaldamento per rispondere a tutte le nostre esigenze: a gas, elettrica, a pellet o a combustibile liquido?
Le variabili da considerare
Per capire quale alimentazione scegliere e quindi quale sistema di riscaldamento installare, occorre considerare diverse variabili
intanto se la casa è di proprietà oppure è in affitto e se prevediamo di rimanerci per poco tempo oppure per tanti anni
quanto è grande la casa e quanto sono grandi i singoli ambienti (considerando anche l’altezza dei soffitti!)
il grado di sicurezza dei vari impianti
se l’alimentazione necessita di ampie soluzioni contenitive (come il pellet)
l’ingombro degli apparecchi, da “incastrare” con gli spazi a disposizione in casa e talvolta fuori casa
il costo dei vari combustibili.
Dunque proviamo a vedere quali sono vantaggi e svantaggi delle diverse soluzioni.
Il riscaldamento a gas
Per quanto riguarda il riscaldamento a gas, le possibilità sono due: disponiamo di un allaccio alla rete cittadina e di termosifoni; se non disponiamo di queste soluzioni, l’altra scelta possibile è la stufa a gas.
Nel primo caso, i vantaggi sono diversi: il gas costa meno dell’elettricità, i termosifoni non tolgono metrature significative dentro casa, l’effetto riscaldante è abbastanza efficace e si tratta inoltre di un sistema di riscaldamento inodore.
Ma ci sono anche alcuni svantaggi: l’efficienza energetica di questo tipo di riscaldamento non è al top e oltretutto se non disponiamo di un allaccio, di termosifoni e di una caldaia, i costi di installazione complessivi dell’impianto sono piuttosto alti. Il contatore del gas costa molto, anche se i prezzi variano da un comune all’altro, una caldaia è oltretutto ingombrante e per implementare le tubazioni serve l’intervento di un tecnico. In questo caso le tracce a muro sono più costose, mentre è possibile ormai far passare i tubi nel battiscopa, risparmiando denaro e lavori.
Per quanto riguarda la stufa a gas invece, tra i vantaggi ci sono sicuramente i costi: la bombola del gas costa poco, la stufa stessa costa poco; inoltre è quasi sempre dotata di rotelle e dunque trasportabile da un ambiente all’altro.
Fra gli svantaggi però c’è un’efficienza energetica non molto alta (queste stufe scaldano molto la zona immediatamente circostante, ma poco il resto dell’ambiente), il cattivo odore e soprattutto la sicurezza: con le bombole del gas non si scherza e una dimenticanza potrebbe causare dei danni.
La stufa a gas dunque sarebbe un’ottima soluzione per periodi transitori o per aggiungere un ulteriore sistema riscaldante ad uno già preesistente. Ma sempre con molta attenzione a ciò che si fa.
Il riscaldamento elettrico
Il riscaldamento elettrico è probabilmente quello che presenta i maggiori svantaggi: l’elettricità costa di più, l’assorbimento della potenza potrebbe decretare una richiesta di aumento di Kw all’ente che ci fornisce l’energia (e ciò si traduce in costi ancora maggiori) e inoltre i sistemi scaldanti con alimentazione elettrica non risultano molto efficienti, come stufe elettriche, climatizzatori, quadri scaldanti e pannelli radianti, diciamo che il riscaldamento elettrico può essere utilizzato come supporto per un’altra tipologia di sistema preesistente.
C’è però qualche vantaggio, soprattutto se non si possiede un allaccio alla rete del gas cittadino: sfruttare l’impianto elettrico infatti permetterebbe di evitare qualsiasi lavoro di installazione e anche l’ingombro di apparecchi come caldaie, termosifoni o stufe di dimensioni considerevoli. Inoltre se l’ambiente è piccolo, come nel caso di un monolocale, i costi per questo genere di riscaldamento rimarrebbero comunque contenuti: i nuovi climatizzatori dotati di tecnologia inverter garantiscono un risparmio energetico elevato e la resa in un ambiente ridotto è comunque alta.
Naturalmente il problema dei costi dell’energia non si pone se siamo dotati di pannelli solari: in questo caso il riscaldamento elettrico potrebbe venire interamente alimentato dai pannelli, permettendoci un notevole risparmio di denaro (ma non di energia).
Il riscaldamento a pellet
Abbiamo già parlato delle stufe a pellet e probabilmente ne parleremo ancora, perchè si tratta di un sistema che sta prendendo piede sempre più in fretta, proprio per le sue tante qualità.
Iniziamo dai vantaggi: la stufa a pellet intanto è molto scenografica, perchè decora l’ambiente con il fuoco “vivo”; ma è anche molto sicura, dato il vetro di protezione e il sistema di combustione; il pellet è davvero molto economico e l’efficienza energetica è molto alta; il calore sprigionato dalle stufe a pellet è molto potente.
Ma non è tutto oro quello che luccica; gli svantaggi ci sono eccome: intanto la stufa in sè ha costi piuttosto alti, che partono da un minimo di 700 euro; l’installazione della stufa ha un costo non indifferente, soprattutto tenendo conto del fatto che se non si è dotati di canna fumaria, per legge quest’ultima deve essere implementata ex-novo e deve superare il tetto dell’edificio di almeno un metro; il pellet occupa spazio, dunque chi possiede una stufa a pellet deve necessariamente avere a disposizione un importante spazio di storage: una stagione invernale viene affrontata solitamente con un bancale di pellet, per un totale di circa 70 sacchi da 15 kg l’uno, che occupano circa 1,8 metri cubi di spazio; infine la stufa a pellet ha bisogno di una manutenzione costante: la cenere va tolta con cura ogni due o tre giorni e ogni mese va effettuata una pulizia approfondita.
Dunque una stufa a pellet potrebbe essere l’ideale per una casa di proprietà, anche per spazi molto grandi da riscaldare (nelle schede tecniche delle stufe è indicata la metratura massima che può essere riscaldata) o per una veranda.
Il riscaldamento a combustibile liquido
Un’alternativa efficace alla stufa a gas e in parte a quella a pellet, sono le stufe a combustibile liquido, pratiche e piuttosto economiche.
Tra i vantaggi di queste stufe ci sono la portabilità, dato che sono dotate di ruote e sono libere da qualunque installazione fissa con scarico esterno, le dimensioni ridotte (circa 40 cm x 40 cm x 35 xm), i costi contenuti sia delle stufe in sè che del combustibile, la sicurezza di utilizzo, garantita anche da caratteristiche particolari come i sistemi autobloccanti, e una resa energetica discreta.
Fra gli svantaggi ci sono possibili dispersioni di cattivo odore, un’efficienza non ottimale per grandi spazi e soprattutto i costi elevatissimi del combustibile, che aumentano di pari passo con la benzina.
La stufa a combustibile liquido è dunque indicata per piccole metrature e per periodi transitori.